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Sankara, rivoluzionario e amante del pallone (e dello sport) [parte seconda]

[In Italian] Written for a closed personal blog about football and African societies

Nel pezzo precedente abbiamo visto chi era e chi è tuttora Thomas Sankara, cosa ha rappresentato e cosa
ancora rappresenta oggigiorno nel Burkina Faso e in tutta l’Africa. Su questa figura ci sarebbe da dire molto
ancora, ma in “Soka” ci focalizziamo adesso sul legame che Thomas aveva con lo sport, particolarmente con
il calcio.


La passione per la pratica sportiva lo ha sempre caratterizzato ma è soprattutto nel suo periodo di
formazione nell’accademia militare di Antsirabé, in Magadascar, che cresce e si sviluppa maggiormente. Lo
sport, in seguito, diverrà una componente fondamentale della politica sankarista. Il 4 agosto del 1984 ad esempio, primo anniversario della rivoluzione, il Consiglio nazionale della rivoluzione (CNR, l’organizzazione
militare che fa parte del governo burkinabè) dà luogo ad una serie di eventi celebrativi fra cui match di
boxe, corse ciclistiche e partite di calcio.


Due mesi dopo, in ottobre, viene lanciata la campagna 7000 villaggi, 7000 campi sportivi. Nella mia tesi
magistrale scrivo: “[…], Thomas Sankara e il Consiglio nazionale della rivoluzione considerano la pratica
agonistica un elemento essenziale della vita del popolo rivoluzionario. Lo sport rientra a tutti gli effetti nel
quadro della completa trasformazione della società prevista nel programma politico dell’organizzazione al
potere. Attraverso lo sport è possibile giungere ad una riconciliazione della salute del corpo con quella dello
spirito. Le idee del CNR sono sin da subito chiare. La già citata campagna dei 7000 campi sportivi è soltanto
uno dei tanti progetti che hanno come scopo la diffusione dello sport in tutto il paese, fra città, villaggi e
province. Lo sport diventa il mezzo per la mobilitazione di massa ma ugualmente un mezzo per la
riconciliazione di tutti i popoli, un mezzo dalle fondamenta morali essenziali. Anche per questo motivo il
Burkina Faso, attraverso Sankara, decide di boicottare i Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984 a causa del
sostegno degli Stati Uniti e della Gran Bretagna al regime dell’apartheid del Sudafrica. Il CNR decide
ugualmente di inserire lo sport all’interno delle strutture statali e, di riflesso, pure nei Comitati di difesa
della rivoluzione* i quali, a loro volta, sono tenuti a designare dei responsabili addetti alla sensibilizzazione
della pratica sportiva. Lo sport come simbolo di una società sana, equilibrata, combattiva, affermerà il
presidente burkinabè in seguito, continuando: <<(…) C’est dire que l’inaptitude totale de tout individu à la
pratique du sport équivaut à une inaptitude totale de ce dernier à servir le peuple dans la Fonction publique.
Et il faut alors en tirer toutes les conclusions>>; (Cioè, l’inattitudine totale di ciascun individuo verso la pratica sportiva equivale all’inattitudine totale di quest’ultimo a servire il popolo nella Funzione pubblica. Allora,
bisogna trarne le dovute conclusioni). Le attività fisiche rappresentano insomma uno strumento privilegiato
per la socializzazione politica, nel rispetto delle idee rivoluzionarie del governo. Tuttavia, col passare del
tempo, non tutti i cittadini saranno contenti di questa “mobilitazione sportiva forzata”, soprattutto i
funzionari e gli impiegati dell’amministrazione, che non vedranno di buon occhio la politica sportiva ma, nel complesso, anche le altre manovre governative, a cominciare dalla pesante riduzione degli stipendi”.


In una intervista per L’Autre Journal nel 1986**, a Sankara gli viene chiesto cosa si aspetta dallo sport di
massa, e il presidente risponde così: <<La salute, la disponibilità, la smania di vincere, il coraggio di lottare.
Quando si fa sport, si impara a dominare, a competere, a voler andare sempre più lontano. Più in alto.
Perché, piuttosto che la ricerca di campioni, è l’organizzazione di un intero popolo che noi ricerchiamo
attraverso lo sport>>. La domanda seguente pone un dubbio: a sentire coloro che praticano sport, si ha
spesso l’impressione che alcuni manchino di dinamismo, insomma non ci credono fino in fondo. Sankara
dice che <<Il fatto di far finta è già positivo. “Fate finta di crederci, e poi ci crederete”, diceva Pascal. Tutti i
sabato mattina, i membri del governo fanno sport. I ministri ci credono. Eccome. Il ministro della Difesa
palla al piede, la passa al ministro della Salute, attenzione il ministro degli Affari familiari arriva, e la cede al
ministro del Bilancio, e pam! Il ministro della Giustizia recupera, e quello dell’Agricoltura che salta… Lunedì,
son tutti più distesi. È faticoso alzarsi dal letto per andare a fare sport, ma quando si comincia, si prende
gusto. Ed è proprio vero che il sabato, dopo lo sport, nessuno vuole più abbandonare. Si risolvono i problemi.
Durante il Consiglio dei ministri, si parla diversamente, in maniera più protocollare. Ci sono degli scontri,
delle discussioni, si è sempre costretti a far da arbitro. Durante una partita, la stessa questione può essere
risolta in cinque minuti. Ci si intende meglio – “Bene, ci darò uno sguardo lunedì… ti invio una lettera e poi
rispondi così…” E’ proprio così. Sistematicamente. Piccoli consigli di gabinetto, informali; palla al piede, è
subito risolto, si trova l’accordo. Ed è lo sport che ce lo permette>>.


Un giovedì, precisamente il 15 ottobre 1987, è giornata dedicata allo sport di massa. Sankara, in tuta, è
pronto per un allenamento, ma prima ha un impegno con alcuni suoi collaboratori nella sala del Consiglio
dell’Intesa. Giunto nel punto di incontro, il presidente è ignaro del fatto che sta per vivere i suoi ultimi
istanti. Verrà ucciso poco dopo da una raffica di mitraglietta.
Si sarebbe divertito facendo dello sport, magari giocando a calcio, com’era solito fare, magari come è
possibile vedere in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=PScyfiIM8GE. Ma gli assassini in
divisa non glielo hanno permesso.
Lunga vita a Thomas Sankara.

*I Comitati di difesa della rivoluzione sono il simbolo della mobilitazione della popolazione attraverso i diversi programmi sociali
che verranno proposti dal governo rivoluzionario. Il popolo diventerà parte attiva della politica del paese.
**http://thomassankara.net/spip.php?article207&amp;lang=fr

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